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Il 15 ottobre, dopo una maratona di interventi normativi e pareri del Garante Privacy, in zona Cesarini si è chiusa la preparazione ai nuovi obblighi di verifica del Green Pass da parte dei datori di lavoro privati.
Questi ultimi sono chiamati a verificare il possesso del Green Pass – o di certificazione di esenzione dalla vaccinazione – dei propri dipendenti e dei soggetti esterni che, a vario titolo, possono accedere ai luoghi di lavoro per finalità lavorative (professionisti, consulenti, dipendenti di società terze che si occupino – ad esempio – di trasporti, consegne, logistica e manutenzioni).
I datori di lavoro dovrebbero, oramai, essersi dotati di una procedura volta a identificare il “chi fa cosa” ed il “come”, e quindi il tipo di controlli (tra quelli possibili, come C19 o gli strumenti software secondo le specifiche tecniche previste dalle norme in materia – Allegato H del DPCM 12 ottobre 2021), la frequenza (sistematica o a campione) e i soggetti addetti ai controlli.
Il presente contributo vuole evidenziare una serie di ricadute sul fronteModelli 231 e GDPR che possono “sfuggire”, data la velocità con la quale le aziende si sono dovute adeguare, e che tuttavia potrebbero rappresentare il punto di caduta di tutto il sistema adottato.
Green Pass in azienda e obblighi del datore di lavoro in materia di protezione dei dati personali
La gestione dei controlli sul possesso del Green Pass comporta sicuramente un trattamento di dati personali da gestire a norma del GDPR.
Trattasi di più trattamenti tra loro ben distinti e con ricadute su specifici adempimenti previsti dal GDPR.
Quanto ai trattamenti, essi riguardano:
- la visualizzazione del Green Pass;
- la gestione dei dati relativi ad eventuali violazioni o a comunicazioni preventive del lavoratore come da norme vigenti.
Tali trattamenti hanno ricadute su:
- registro dei trattamenti;
- organigramma della protezione dei dati personali (autorizzati, responsabili del trattamento);
- misure di sicurezza tecniche e organizzative.
In tale articolato sistema, anche il lavoratore ha un ruolo indispensabile:
- mette a disposizione il Green Pass per la relativa verifica tramite visualizzazione (non consegna il certificato verde, in quanto la conservazione è vietata);
- comunica preventivamente i casi in cui non sarà in possesso del Green Pass al fine di consentire al datore di lavoro la programmazione delle attività;
- rispetta le procedure che il datore di lavoro si è dato (il D.lgs. 81/2008 prevede sanzioni anche per il lavoratore);
- si attiene alle istruzioni ricevute e comunica le necessarie informazioni, nella misura in cui sia coinvolto nell’applicazione della procedura, degli strumenti di controllo di secondo livello previsti dal Modello 231 e/o nella qualità di soggetto autorizzato al trattamento.
Green Pass in azienda: necessità di adeguare il Modello 231?
Come detto in passato trattando il rapporto fra Covid-19 e Modello organizzativo 231, adempimenti che hanno ricadute sui temi della sicurezza dei lavoratori non portano in automatico ad aggiornamenti del Modello 231.
Tuttavia, tali passaggi possono essere la cartina tornasole della capacità del Modello 231 di tracciare ed indirizzare il percorso logico che deve portare all’elaborazione dei protocolli previsti dal DL 127/2021.
Se il Modello 231 è idoneo ed efficacemente attuato, dovrebbe restare traccia delle interazioni che hanno portano alla redazione dei protocolli ed a determinate scelte (es. controllo sistematico e/o a campione e dimensionamento del campione) in una logica di analisi e gestione del rischio.
La mancata adozione della procedura o la mancata attuazione potrebbero, infatti, ben portare, dove da questo derivi il contagio e un danno ad un lavoratore, alla contestazione di illeciti ai sensi del D.lgs. 231/2001.
Green Pass in azienda e controlli dell’ODV 231
Visto quanto sopra, se il Modello 231 è efficacemente attuato, l’OdV dovrebbe ricevere informazioni sulla predisposizione della procedura e, eventualmente, report periodici sulla sua applicazione e su eventuali modifiche intervenute.
In assenza, l’OdV potrà in ogni caso programmare audizioni sul tema dei protocolli per la gestione dei Protocolli COVID-19, ivi compresa la gestione dei controlli sul possesso del Green Pass.